lunedì 22 novembre 2010

Fili intermentali

Questa settimana ritrovo con piacere Alessandro Bergonzoni, autore di una rubrica sul Venerdì di Repubblica, “Aprimi cielo”. Tentare di classificare o incasellare in una categoria Alessandro è quanto meno riduttivo, ma non mi sembra sbagliato considerarlo un vero e proprio “artigiano” della parola, un artista che ha fatto del sapientissimo uso del calembour la sua particolare cifra stilistica, che ho imparato a conoscere e ad apprezzare con Madornale 33, un suo spettacolo del 1999.

La rubrica di venerdì scorso affronta, naturalmente secondo il “metodo” Bergonzoni, i pensieri come «filo intermentale tra un’ansia e l’altra», in un immaginario dialogo tra medico e paziente. Eccone un estratto:

E per quanto riguarda il dolore?

Per tutto il tempo che lo guarda lei.

Ma il male quando passa?

Non ha un orario preciso e non fa fermate. Si metta sotto la pensilina e pensi: i pensieri sono come un filo intermentale, lo passi tra le fessure dell’ansia, tolga i resti dei rospi che ha mandato giù, i pensieri non sono problemi, son creature.

Ne ho una mandria.

Bivacchi con loro e li foraggi, poeticamente, pascoli. Ma si ricordi: l’intelligenza è diversa dal pensiero, una si ha, l’altro è lui che ti sceglie.

Come la rabbia e il cane?

Vedo che mi segue, ma spero anche che presto mi sorpassi sui paradossi, dove appunto non si sa chi stia arrivando dall’altra parte…

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